Categories: Marketing

I banner popup sono deleteri

C’è un problema sul web: i banner popup. Fastidiosi, invadenti, ripetitivi. Sono ovunque come i semafori nel traffico cittadino: sappiamo che ci saranno, li odiamo, ma non possiamo evitarli. Checché ne dicano gli ad-blocker.

Ogni volta che apriamo un sito, la scena è sempre la stessa. Noi arriviamo per leggere un articolo, ma dopo pochi secondi, boom: un popup a tutto schermo ci chiede di iscriverci alla newsletter. Chiudiamo. Scorriamo due righe e un altro banner con un’offerta “irripetibile” che, guarda caso, scade tra tre minuti. Ignoriamo. Continuiamo la lettura, parte il video in autoplay con il volume a palla. E come ciliegina sulla torta, il banner finale: “Non andare via! Sconto del 10% se compri nei prossimi 30 secondi.”

Tutta questa sovraesposizione pubblicitaria ha un solo effetto: il lettore scappa. I dati lo confermano. Il tasso di rimbalzo sui siti infestati dai popup è altissimo, l’esperienza utente crolla e la fiducia nel brand va a farsi benedire. Perché alla fine, quello che un utente percepisce non è un messaggio promozionale, ma un’aggressione digitale. E il risultato? Tutti chiudono i popup senza leggerli, spesso in modo automatico, trasformandoli in rumore di fondo.

Ma la cosa più ironica è che questi banner si sono moltiplicati proprio mentre l’attenzione degli utenti si è ridotta ai minimi storici. In un web sempre più veloce, frammentato e saturo di contenuti, cosa fanno i brand? Invece di semplificare, aumentano le barriere all’ingresso, costringendo chi arriva sul sito a una corsa a ostacoli tra “X” minuscole.

Il web non ha bisogno di più interruzioni, ma di meno ostacoli. I popup non informano, non convincono, non vendono. Distraggono, infastidiscono e spingono l’utente a cercare un’alternativa.

Forse è arrivato il momento di smetterla con questa ossessione per i banner invasivi e iniziare a pensare a un’esperienza che non costringa l’utente a giocare a nascondino con le “X” per poter leggere un semplice articolo.

Gabriele Gobbo

Gabriele Gobbo è, assieme al fratello Ivan, il fondatore di Italiamac, il principale e più vasto Apple User Group d’Italia riconosciuto da Apple Inc. Utente Apple da sempre, ha iniziato con un Macintosh LC con la strabiliante potenza di 2MB di Ram. Gabriele è un profondo conoscitore delle “cose della rete” e attraverso la sua azienda MacPremium sviluppa progetti e strategie digitali evolute per le aziende. Dalla presenza sul web al social marketing, dalle attività non convenzionali al marketing virale. Sovente tiene seminari sulle strategie di marketing per la promozione di app e aziende. Ha ideato il MacDays organizzato presso la Fiera di Pordenone. Oggi è anche conduttore della trasmissione televisiva FvgTech dedicata alla tecnologia.

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