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Back to home strategy: il sito web è nevralgico

Il sito web è morto, viva il sito web. Potrebbe essere questa la sintesi estrema di quanto si sente dire ormai da anni. Con l’arrivo del Web 2.0 e delle piattaforme di generazione dei contenuti dagli utenti, il sito web è stato relegato ai margini delle strategie aziendali di comunicazione e marketing. Purtroppo, la filosofia del “tutto gratis su Internet” ha erroneamente fatto credere che anche la promozione e la presenza in rete si possano gestire senza investimenti o quasi. Dovrebbe però essere ormai evidente che il sogno è divenuto un incubo. La verità è che “il gratis” (o quasi) non esiste.

Ci sono diversi aspetti da considerare quando ci si affida a piattaforme di terzi per creare la propria presenza online, sia essa personal branding o aziendale, poco cambia. Delegare l’identità online a social network, quali ad esempio Facebook o TikTok, e piattaforme di hosting di contenuti, come YouTube o Medium, comporta un rischio altissimo e un pericolo sempre dietro l’angolo: la sparizione. Questo perché la nostra pagina Facebook non è in realtà nostra, così come il canale YouTube o l’account Twitter (X). Ancora peggio va con le schede sulle mappe di Google. Anche Instagram, Pinterest e altri canali sociali sono in mano alle aziende proprietarie.

Come ho scritto in altri articoli per Agenda Digitale, quando si è a casa degli altri, le decisioni possono essere calate dall’alto, in alcuni casi anche senza appello. Questo è ancor più vero oggi che la moderazione dei contenuti viene delegata a oscuri algoritmi allenati per proteggere le piattaforme da problemi legali e sono di manica larga. Con l’intelligenza artificiale, forse, le cose sono pure peggiorate. Post che spariscono da un momento all’altro con notifiche di violazioni blande e fumose, account limitati per qualche allucinazione dell’IA, accessi negati alle proprie pagine per errori di programmazione, fino ad arrivare all’eliminazione di profili e canali per reiterate violazioni mai completamente spiegate.

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Ed è qui che entra in gioco la “back to home strategy”, ovvero il ritorno a casa digitale, e non c’è miglior casa del proprio sito web. Oggi, un buon sito web, costruito con le ultime tecnologie, su server performanti e con un CMS solido, non è più solo un depliant da sfogliare, come si diceva quando ho iniziato a occuparmi di web negli anni ’90, ma è un vero e proprio strumento di lavoro. Con le possibilità odierne possiamo costruire un nostro luogo adatto a contenere qualsiasi tipo di contenuto, sistema o media. Possiamo avere un’area riservata per creare la nostra community, raccogliere contatti e distribuire newsletter, fornire intrattenimento tramite gamification marketing, WebTV o clip video, mettere a disposizione manuali e tutorial, diffondere notizie o coinvolgere il pubblico con uno spazio per commenti o aree di discussione, per fare alcuni esempi ormai abbastanza normali. Se centomila follower su Instagram non sono “nostri” e possono scomparire domani, ventimila iscritti alla newsletter saranno sempre lì ad aspettarci […]

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