Quando pensiamo al marketing, alla comunicazione e alla promozione online, le prime attività che ci vengono in mente sono le piattaforme di advertising e i social media. Per i più avveduti, anche il proprio sito web (casa nostra, come ho raccontato nel mio precedente articolo) e la relativa azione di posizionamento sui motori di ricerca. Queste sono le vie più usate (abusate?) e comuni per una campagna di comunicazione su Internet.
Siamo all’apice dello sfruttamento soprattutto per quanto riguarda i social media e le piattaforme adv (soprattutto Google e Meta), e il mercato è quindi saturo, perché ormai tutti sono in grado di utilizzare questi strumenti, bene o male. Questo accade in quanto le piattaforme stesse mettono a disposizione sistemi e metodi di pubblicità self-service click and play, o meglio, click and pray.
Quando procedure, proposte o sistemi si normalizzano ed entrano nell’abitudine quotidiana delle masse, è necessario trovare nuove strade e nuove soluzioni in qualsiasi ambito; nella comunicazione, marketing e promozione questo concetto è ancora più sentito e urgente. Lo spazio visivo e il tempo di attenzione delle persone sono sempre meno, i post social sponsorizzati sempre più numerosi, le grafiche appiattite a standard realizzati sovente con template copia e incolla, i trend vengono ormai seguiti da tutti contemporaneamente, i testi e le parti creative delle campagne sono lasciati agli algoritmi generativi; così tutto cade facilmente nella “cecità selettiva” (passatemi il termine) e quindi parte dei budget spesi se ne va in materiale che nessuno vedrà mai.
A questo punto bisogna correre ai ripari e quali luoghi e sentieri migliori se non quei posti che hanno fatto la fortuna di Internet ai suoi esordi e quali strade migliori se non quelle che ci hanno portato al web come lo conosciamo oggi?