Digitalogia è il mio libro per chi vuole guardare in faccia il digitale, senza farsi travolgere da trend, buzzword e guru da palcoscenico. Una bussola per la realtà, non per i miracoli.
C’è un momento preciso in cui capisci che è arrivata l’ora di scrivere un libro. Quando vedi la comunicazione ridotta a meme, l’hype che diventa magia nera, le aziende schiacciate da metriche che non capiscono. Quando il rumore di fondo è talmente assordante che l’unico gesto rivoluzionario rimasto è tornare a pensare.
Ecco, Digitalogia nasce lì. Non è un manuale tecnico. Non è una guida segreta all’uso dei social. Non è nemmeno un libro motivazionale travestito da strategia. È un invito a capire cosa si nasconde dietro la patina luminosa della rete, a spegnere il pilota automatico e abitare il digitale con più consapevolezza, più libertà, più futuro.
Non servono like. Serve pensiero. Non servono algoritmi. Serve coscienza.
Siamo noi a dare senso alla tecnologia. Non viceversa.
Dentro a Digitalogia ci trovi il mio pensiero, la mia filosofia. Le mie osservazioni sul campo, il mio punto di vista senza veli, i miei errori e le mie verità. Quello che ho visto, vissuto, costruito (e forse smontato) in questi decenni nel mondo del digitale. Ci trovi anche risposte scomode e spunti per rimettere ordine tra notifiche, feed, identità connesse e fatica digitale.
“Diretto, sincero, umano”, dice Marco Camisani Calzolari nella prefazione, che mi onoro di avere a inizio libro:
“Quando Gabriele mi ha chiesto di scrivere la prefazione per questo libro, la prima cosa che ho pensato è stata: finalmente! Non perché mancassero libri che parlassero di digitale, anzi. Ma perché mancava proprio un libro come questo: diretto, sincero, umano […]”
E poi ancora: un contributo di Marco Cozzi, consigli pratici, recap, sezioni da sottolineare e QR code da scansionare. Perché il digitale non è solo tecnologia: è anche cittadinanza, etica e responsabilità.
Parlo di social zombing, di sovraccarico informativo, di benessere digitale, di identità online, di ragazzi inconsapevoli di digitale (altro che nativi digitali!) di comunicazione crossmediale, di piccoli business lasciati soli davanti agli algoritmi. Ma non solo.
Parlo di chi siamo diventati, di come ci raccontiamo. Di quello che potremmo essere, se smettessimo di rincorrere scorciatoie e iniziassimo a progettare davvero.
È un libro per educatori, professionisti, genitori, piccoli imprenditori, ma anche per chi è semplicemente curioso e sente che qualcosa non torna nel modo in cui viviamo la rete.
È per chi vuole fare pace col web, senza farsi fregare dall’estetica della velocità. È per chi non cerca soluzioni preconfezionate, ma strumenti per decidere con la propria testa.
Digitalogia è rilegato in copertina rigida, su carta spessa, pensato per durare nel tempo e non finire sullo scaffale dei buoni propositi. Non è nato per piacere a tutti. È nato per essere utile.
Chi mi conosce sa che il titolo spiega già tutto. Scrivere Digitalogia è stata una delle mie più grandi fatiche, ma è il mio modo ancora più fisico, palpabile, sfogliabile di fare divulgazione, di aiutare le persone. Quelle che si sentono spaesate, travolte, impaurite. Ma anche chi fa il mio lavoro.
Digitalogia — Non è un’epoca facile, ma è l’unica che abbiamo.
È già su Amazon.
Già Bestseller Amazon in tre categorie: ‘Social Media’, ‘Introduzione alla sociologia’ e ‘Introduzione a Internet’ – Segui le classifiche in tempo reale.

