A social e motori non interessa combattere odio e bufale
Le piattaforme social e web non combatteranno mai davvero l’odio e le bufale su internet. Vi spiego perché.
Docente e consulente di comunicazione digitale
Le piattaforme social e web non combatteranno mai davvero l’odio e le bufale su internet. Vi spiego perché.
Un video per me devastante: un medico* (saudita, ma per me rappresenta tutti i sanitari del pianeta) torna a casa e il figlio gli corre incontro per abbracciarlo, una cosa normale, a cui fino ad oggi forse non abbiamo nemmeno mai fatto caso, al nostro rientro dal lavoro.
Posso controllare lo smartphone di mio figlio? Cosa dice la legge e cosa posso fare per tutelare il bambino senza diventare una spia?
Il problema secondo me non è averlo reso obbligatorio, perché è cosa buona e giusta come altre decine di sistemi di sicurezza, con un chip al giorno d’oggi risolvi tutto. Il vero problema è che non c’è uno standard e non c’è nulla di certo su come/cosa debba essere la soluzione ufficiale.
Pare ci sia tutta una serie di arzilli utenti del social di Marchetto Montedizucchero con la smania di farsi notare da ragazze più o meno giovani e per farlo usa una tecnica tanto singolare quanto (a mio parere) censurabile. In pratica come una mia amica ha avuto occasione di spiegare, vanno in cerca di profili di ragazze che gli piacciono, possibilmente con la privacy pubblica, poi trovano una foto fra quelle presenti e la condividono come post sulla propria bacheca scrivendo una frase tipo “ciao, mi piacerebbe conoscerti” oppure un complimento generico o altre cose del genere.
Io sono un grande cliente di Amazon, ma al contempo sono un grande difensore delle botteghe e oggi vi spiego perché Amazon non ha rovinato i piccoli negozi.
Tre cose preoccupanti di Facebook degli ultimi giorni: baco nelle foto, localizzazione mai spenta, accesso di terzi ai messaggi privati. Siamo tutti così tossicodipendenti dai social che nemmeno ci importa più che ci rubino dati?
Cari social, dateci oggi il nostro scandalo quotidiano. Oggi è esploso il caso di Chiara Ferragni e l’acqua Evian con le bottiglie firmate dalla blogger, lo scandalo sta nel cartellino del prezzo: 8 euro. Questa è la mia risposta, che vedete qui sottoforma di post di Facebook.
Sono stato intervistato nel telegiornale di Udinews TV, la televisione ufficiale dell’Udinese, ma questa volta non per il mio lavoro nel mondo digital, bensì per il mio progetto personale BabboFelice.it
Analizziamo il modo con cui è stata riportata la notizia del bambino autistico lasciato solo alla sua festa di compleanno al quale non hanno partecipato gli amichetti. Siamo davvero sicuri che l’unico motivo per disertare la festa sia stato l’autismo?