Un approfondimento giornalistico in Grecia sulla mia Digitalogia

Un approfondimento giornalistico in Grecia sulla mia Digitalogia - 1 - Gabriele Gobbo

Il magazine greco del gruppo 24 MEDIA dedica un articolo al mio libro e alla mia filosofia: “La Digitalogia ci ricorda il valore dell’attimo presente”

Mi ha colpito ricevere una notifica di Google Alert che mi segnalava un articolo su ON Wellness, uno dei principali magazine greci dedicati al benessere e alla cultura consapevole. L’approfondimento, firmato dalla giornalista Elena Boulia, esplora la mia visione del digitale e la filosofia della Digitalogia. La testata fa parte di 24 MEDIA, uno dei più grandi gruppi editoriali digitali della Grecia, e ha un pubblico di 60 milioni di utenti mensili.

Quando la Digitalogia finisce sotto la lente di una cultura diversa dalla nostra è sempre un momento di verifica. Funziona? Arriva? Ha senso anche fuori dai nostri confini? La risposta, a giudicare dall’articolo, è sì. Il magazine greco ha colto il cuore del discorso: «La Digitalosophy italiana ci ricorda il valore dell’attimo presente». Non male, come sintesi.

Digitalosophy è il nome che ho scelto per portare la Digitalogia oltre i confini italiani. È un adattamento che mantiene intatto l’approccio filosofico: osservare la trasformazione digitale senza subirla, riportando al centro le persone, la memoria e la consapevolezza. Da alcuni mesi sto pubblicando su Medium in inglese, condividendo questa prospettiva con un pubblico più ampio. Il fatto che un magazine greco con questa portata abbia deciso di dedicare spazio alla visione mi dice una cosa semplice: c’è fame di approcci diversi. La frenesia digitale è globale, ma anche la ricerca di alternative lo sta diventando.

Quando parlo di “prospettiva italiana” intendo un modo di approcciare il digitale che deriva dalla nostra cultura: quella della bottega artigianale contro la catena di montaggio, della cura del dettaglio contro l’ottimizzazione a tutti i costi. È un approccio che dice: rallenta, osserva, scegli. La Digitalogia è pro-umana. È la differenza tra usare il digitale e farsi usare dal digitale. Evidentemente è un messaggio che ha senso anche in Grecia, dove una cultura millenaria sa bene cosa significa distinguere tra strumento e fine.

Entro fine anno uscirà la versione americana del libro: “Digitalosophy – An Italian Perspective on Our Digital Age”. Vedere che questa prospettiva inizia a circolare spontaneamente, citata e discussa in contesti culturali diversi, mi conferma che il bisogno di consapevolezza digitale non conosce frontiere. La tecnologia ci connette tutti. La saggezza per usarla bene, quella dobbiamo costruircela insieme.


— Sono l’autore di Digitalogia, già Bestseller Amazon in tre categorie: ‘Social Media’, ‘Introduzione alla sociologia’ e ‘Introduzione a Internet. Se queste riflessioni vi toccano, seguitemi su LinkedIn (in italiano) e Medium (in inglese).

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