Speaker al Teatro Rossini di Roma per il congresso di Meritocrazia Italia

Speaker al Teatro Rossini di Roma per il congresso di Meritocrazia Italia - 1 - Gabriele Gobbo

Invitato a portare la mia visione su cybersecurity, deglobalizzazione digitale e sovranità tecnologica in uno degli appuntamenti istituzionali più rilevanti dell’anno. Tra gli ospiti, rappresentanti di istituzioni, imprenditori e professionisti da tutta Italia.

Il 24 ottobre sono intervenuto al congresso nazionale di Meritocrazia Italia, che si è svolto al Teatro Rossini di Roma. Un’occasione importante, con una platea composta da istituzioni, imprenditori e professionisti a rappresentare tutta l’Italia. Il tipo di contesto dove le parole hanno un peso diverso, dove si parla di futuro concreto del Paese, non di proclami.

È stato un onore essere invitato come speaker per portare la mia visione in una sessione moderata da Daniele Rotondo, giornalista RAI. L’organizzazione è stata impeccabile, i momenti di confronto densi di contenuti, gli ospiti di altissimo livello. Ho seguito con grande interesse l’intervento di Walter Mauriello, Presidente Nazionale di Meritocrazia Italia, che ha posto temi strategici per il nostro sistema Paese.

Durante il mio intervento ho toccato temi che mi porto dietro da anni: la cybersecurity come questione strategica nazionale, la deglobalizzazione necessaria delle infrastrutture digitali, il paradosso di un’Italia che dimentica i suoi visionari come Olivetti mentre le big tech americane dominano senza nemmeno conoscere quella storia. Il moderatore ha citato Umberto Galimberti e la sua visione dell’età della tecnica che cancella storia e memoria. Da lì è partito un ragionamento su meritocrazia, identità e futuro che mi ha permesso di collegare cybersecurity, dipendenza tecnologica e memoria storica in un discorso che evidentemente ha colpito la platea visto il lungo applauso.

Non voglio raccontare qui l’intervento, per quello c’è l’estratto nel video. Quello che voglio condividere è l’esperienza di trovarsi in un contesto dove questi temi vengono presi sul serio, dove la platea è composta da persone che possono davvero fare la differenza nelle proprie organizzazioni e nei propri territori. Durante il mio intervento ci sono stati diversi applausi, confesso che mi sono emozionato. Parlare di digitale a un congresso come questo significa parlare di futuro del Paese, non di app e social.

Ascoltare le discussioni che si sono susseguite durante la giornata mi ha arricchito. Confrontarsi con persone che portano visioni diverse, che lavorano in settori differenti ma con l’obiettivo comune di costruire un sistema Paese più solido, è sempre un’occasione di valore. È in contesti come questi che capisci come il digitale non sia solo tecnologia, ma cultura, strategia, visione.

Un ringraziamento sentito ad Annamaria Bello, Segretario Nazionale di Meritocrazia Italia, e ad Alessia Fachechi, Responsabile Nazionale, per l’invito e per aver costruito un momento di confronto così importante per il futuro del Paese.


— Sono l’autore di Digitalogia, già Bestseller Amazon in tre categorie: ‘Social Media’, ‘Introduzione alla sociologia’ e ‘Introduzione a Internet. Ho da poco pubblicato Sinfonia Artificiale. Se queste riflessioni vi toccano, seguitemi su LinkedIn (in italiano) e Medium (in inglese).


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