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Ammettiamolo, siamo incapaci di gestire l’impatto della socialità digitale

Ho da poco finito di fare una conferenza in diretta social per il Digital Security Festival dal titolo “Le trappole social per i ragazzi e le storture della rete” e non ho buone notizie per noi umani. Ho quindi scritto un #pippone sottoforma di post su Facebook che vi riporto qui sotto.

Diretta tosta questa! Abbiamo parlato di social/web e ragazzi (ma soprattutto genitori) e non ne è uscito un quadro felice. Argomenti duri, riflessioni crude e linguaggio diretto. Personalmente alla fine delle due ore ne sono uscito molto provato, a causa di quanto è emerso. È la dura legge di quando si dice la verità e ci si scontra con la realtà.

Il filo rosso che ha unito tutti i ragionamenti sulle brutture e storture della rete è l’essere umano, che non ne esce bene, ma come una specie alla deriva che ha sorpassato il punto del non ritorno, che non può più controllare quanto ha creato (da internet in sù) e che non sa come uscirne se non incolpando la tecnologia, che però è solo un mezzo, senza anima e che non guarda in faccia a nessuno.

Un essere umano impotente, che ha subìto la potente ondata di tecnologia che, a causa di se stesso, gli è piombata addosso, incapace di riportare tutti questi fantastici mezzi di comunicazione sulla giusta strada, all’origine, al motivo per cui sono stati creati (e poi distorti).

Un essere umano che non vuole vedere, che anche se messo davanti alla realtà delle cose, stenta a farsene una ragione e spera sia sempre “colpa di altri”. Spesso purtroppo siamo noi che non vogliamo sentirci dire che siamo “sbagliati” e che siamo proprio noi a generare il mostro.

Ma seppur mi ha sfinito psicologicamente, questa diretta mi ha fatto capire che siamo anche gli esseri umani che possono, granello dopo granello, iniziare a rimettere le cose a posto, unendoci fra persone, parlando coi nostri vicini, ritrovando il rapporto coi nostri figli, partecipando alla vita civica, operando nelle associazioni, nelle scuole, nei mercati rionali. Siamo noi il motore del nostro cambiamento, che deve essere un cambiamento in positivo.

Vi lascio con il video registrato della diretta, anche se capisco che due ore di conferenza possono essere pesanti.

E tu cosa ne pensi? Commenta qui: